Un
ringraziamento comunque...
Ringraziamo Millecanali per pubblicare ormai mensilmente "IL
PARERE DEL CONNA", è un fatto di completezza informativa che non può che dare
prestigio ad una testata che non poteva ignorare l'esistenza di una associazione come la
nostra che mai ha receduto di un millimetro rispetto alla difesa della emittenza locale. Tuttavia, nel numero di aprile della rivista, sono state cancellate
tre parti del nostro discorso che appiattiscono e rendono poco chiare le nostre
affermazioni. Questioni di spazio? Non lo crediamo perché è talmente esigua la
nostra partecipazione al dibattito generale rispetto ad altri, gratificati con redazionali
e interi servizi fotografici, da far sembrare la pubblicazione della Ice di loro proprietà. Per meglio spiegare di che cosa stiamo parlando, riproduciamo una
parte dell'articolo inviato a Millecanali, sottolineando in grassetto le parti tagliate
per dar modo al lettore di giudicare quanto fossero importanti per una migliore chiarezza
dei concetti espressi. Una preghiera a Millecanali, tutte le volte che viene utilizzata la
parola "Coordinamento", sarebbe bene venisse precisato di chi esattamente si
tratta. Da oltre 20 anni ci siamo definiti coordinamento, poi - e recentemente - se ne
sono aggiunti altri due, non si è capito bene se per mancanza di originalità o per
creare equivoci.
"IL PARERE DEL CONNA" (a pag. 24 del numero di aprile di Millecanali, omessa la prima
parte)
...Il 1138 è un "collage" che vorrebbe accontentare tutti;
in effetti, ancora una volta, vengono privilegiate quelle imprese che hanno come obiettivo
il solo guadagno che a differenza delle altre che fanno informazione non hanno
praticamente obblighi e costrizioni. Le cosiddette "non profit" per esempio, dovrebbero campare
d'aria o essere preda di sindacatini locali o notabili del posto che in cambio di
"donazioni" (questo è la parola equivoca usata nel maxiemendamento del governo)
avrebbero un megafono a loro disposizione. E l'imposizione forzata di dipendenti che non
ha corrispondenza in nessun settore dell'industria, del commercio e dell'agricoltura? Sappiamo
molto bene che intorno ad una emittente gravitano ben più di tre o quattro addetti,
tuttavia ogni persona equilibrata non può che rigettare per principio questa trovata
vessatoria. Da notare che il Conna non contesta per partito preso; la nostra
accettazione delle regole di "Par condicio" (a parte il regolamento complicato
al limite dell'assurdo che dovrà essere riveduto), dimostra che semmai sono altri ad
alzare polvere ingiustificata: l'indennizzo statale di lire 12.000 per annuncio alle radio
e 40.000 per le televisioni non è poca cosa, equivale per uno "spot" medio
di 90 secondi rispettivamente a 480.000 lire e 1.600.000 l'ora! I problemi che meritano una maggiore presa di coscienza difensiva
sono ben altri, come l'integrazione ai piani televisivi di 1° e 2° livello che ci è
stata recentemente sottoposta dall'Autorità. Essa prevede in tutto 6 emittenti per
regione più 14 informativo- commerciali ristrette insieme a 3 "comunitarie"
alla sola provincia. Va da sé che le 6 imprese privilegiate regionali, considerabili di
serie A, potranno schiacciare sotto l'aspetto commerciale quelle di serie B e C perché
l'incetta delle risorse pubblicitarie, come è noto, è legata anche all'immagine che una
azienda sa dare di sé, e le emittenti della Frt - principali beneficiarie se non
ispiratrici di tal divisione - avranno buon gioco nel mostrare che rispetto alle altre
provinciali sono belle, buone e pulite. Una pianificazione superata che nonostante fra le righe lasci intuire
un 3° livello di spazi aggiuntivi per microstazioni locali rischia (con il digitale alle
porte) di risultare inapplicabile.
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