Per
gli operatori
Dopo
le televisioni "incastrate" dal "disciplinare", le prossime
vittime sacrificali sull'altare di un mercato che si vuole composto
esclusivamente di grosse imprese saranno le poche radio indipendenti
sopravvissute agli acquisti intensivi operati dalle reti nazionali.
Sono
forse novità quelle che affermiamo oggi? No, Si è avverato tutto ciò che
abbiamo sempre scritto e coloro che ci davano dei visionari oggi possono solo
tacere.
Basta
specchiarsi nella sorte toccata alle televisioni, molte delle quali,
accorgendosi che 300 milioni di garanzia dati dalle loro imprese non erano
neppure più sufficienti dal momento che venivano chiesti oltre ai dipendenti,
patrimonio e investimenti per i prossimi 6 anni, sono state costrette a
declassarsi e a trasformarsi in innaturali cooperative e associazioni, ad
agitarsi disperatamente alla ricerca di garanzie, fidi bancari, notai,
commercialisti, avvocati: una violenza ideata dall'Autorità di Enzo Cheli e dal
ministro Cardinale e i suoi serventi da far letteralmente rivoltare lo stomaco
di quanti non hanno perso il senso della giustizia.
Come
uscire da una situazione voluta da associazioni parassitarie che sanno solo
mungere soldi in cause che avrebbero potuto essere evitate, se non avessero
suggerito loro stesse, di nascosto, ai politici come rendere più complicate
leggi e regolamenti, salvo poi fingere di essere scontenti?
Che
il Conna sia la sola organizzazione credibile esistente in Italia non ci sono
dubbi; se facciamo salva la Frt che cura gli interessi delle emittenti con il
"traino" pubblicitario da INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE PER DECRETO
perché favorisce talune emittenti (di area Mediaset) a discapito di tutte le
altre, la nostra organizzazione è impostata per rappresentare l'intera
categoria.
Ebbene,
il consiglio del Conna a tutti gli operatori è questo: le televisioni insieme
alle radio sfidino Cheli e Cardinale a rilasciare entro gennaio un'altra raffica
di concessioni inutilizzabili analogiche che per bene che vada ridurrebbero alle
emittenti l'area di ascolto.
Vedremo
se hanno il coraggio di farlo.
Nel
frattempo però, tutte le televisioni e tutte le radio, TROVANDOSI ATTUALMENTE
SPROVVISTE di CONCESSIONE, mantenendo beninteso le attuali posizioni nell'etere,
riacquistino la loro libertà, abbattendo le regole imposte dalle leggi che
riguarderebbero concessionari in piena regola non quelli che sono in possesso di
una carta senza valore; riapra quindi le trasmissioni chi si è visto revocare
la "concessione" per i più strani motivi; le ditte individuali, snc,
sas, sdf, se lo ritengono opportuno, procedano a scambi di frequenze e
rivolgimenti di impresa realizzati a norma del codice civile; ed infine si
mettano alla porta gli "ispettori" che numerose testimonianze da tutta
Italia ci descrivolo come autentici persecutori delle emittenti locali, dicendo
loro che eccetto interventi di emergenza quali turbative alla navigazione aerea
o a mezzi di comunicazione dello Stato (legge 110) non hanno nessun diritto di
intervenire.
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