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LETTERA APERTA A CORALLO E ANTI

Cari Porta e Bardelli,
                       
leggendo il "Disciplinare" che ha praticamente accolto quanto da sempre volevano Frt e Aer e che voi avete avvallato con un documento suicida, spero che perlomeno voi sarete felici per la catastrofe che avete provocato. Non vi ricordate di essere autori della filosofia di questo Disciplinare che oggi intende "disciplinare" solo i grandissimi affari?
Ve lo ricordo io che come ben sapete, oltre ad essere tenace, di buona memoria e un tantino puntiglioso non sono un voltagabbana che per opportunismo è pronto ad assumere posizioni che si ritorcano contro le radio e le televisioni locali; ecco un vostro emendamento (accolto prontamente dall'allora ministro in carica Pagani) al decreto 323 (in seguito legge 422/93) che avete scritto insieme a Frt:

..."la esistenza di un rapporto continuativo di lavoro subordinato, in regola con le vigenti disposizioni di legge in materia previdenziale, per almeno tre dipendenti". 

(Che oggi sono diventati 4! ndr); e relativa vostra spiegazione:

"Le modifiche all'articolo 1 riguardano essenzialmente la introduzione, oltre ai criteri previsti dalla legge Mammì, di alcuni requisiti minimi che aziende titolari di una concessione per la gestione di un bene dello stato prezioso come le frequenze devono possedere (non essere falliti, avere almeno tre dipendenti in regola, versare il capitale sociale o la cauzione richiesta dalla legge)". 

Ma che bravi! Come eravate ufficiali, chissà la contentezza di Pagani di Frt e Aer mentre scrivevate queste cose!
Un altro enigma sei tu Bardelli; dici di difendere tv e radio ecclesiali e fai mucchio con l'Aer. Cosa racconterai alle emittenti "comunitarie" tue iscritte che dovranno dichiarare quanti dipendenti hanno e dare garanzie di capitali, di investimenti e progetti futuri più o meno come quelle commerciali? Potranno i malcapitati, continuare a fidarsi di una organizzazione come la tua che fa lega con i loro nemici?
E tu Porta, che nel notiziario Anti hai lamentato sotto il titolo un po' sovraestimatorio "Considerazioni di fine secolo", che dallo stravolgimento della sentenza della Consulta del 1976, "le radiotelevisioni locali sono state progressivamente emarginate", puoi dimenticare i tuoi sbagli? Te ne ricordo alcuni:
1) aver dato per scontato la vittoria finale della Fininvest quando il Conna ancora lottava, solo e con tutte le forze (la collezione di Nuove Antenne lo dimostra), pensando che le reti nazionali di proprietà di un solo soggetto, senza corrispondenti al mondo, potevano ancora essere fermate e riportate all'interno di un sistema che al massimo prevedesse le syndacation;
2) hai lasciato solo il Conna contro l'affermarsi delle reti radiofoniche nazionali cresciute in numero abnorme, non muovendoti minimamente come noi abbiamo tentato (e tentiamo tutt'ora), per arginare il loro dilagare che si manifesta principalmente nel distruggere, acquistandole, le "locali" sopravvissute;
3) non hai fatto nulla per ostacolare la causa legale promossa dall'Aer che ha permesso lo "splittaggio" della pubblicità che sta mettendo in ginocchio le emittenti che ancora resistono;
4) ti sei incaponito contro la Siae puntando tutto sui tribunali quando - essendo ben altri i problemi - bisognava solo trattare per versare un giusto compenso percentuale, senza ricatti e minimi garantiti;
4) ultimo errore in ordine di tempo, hai affermato che TUTTI giudicano pessima la legge di "Par condicio". Non è così, è falso, centinaia di emittenti (ne pubblichiamo l'elenco), facendo pubblicità politica, guadagnando e ufficializzandosi, hanno dimostrato che hai detto una bugia.
Ora Porta non ti vali più della Frt, preferendo fare il valletto dell'Aer insieme a Bardelli, quando in questo momento, invece, sarebbe necessario proporre poche cose semplici e pulite lottando tutti insieme, come l'equiparazione dell'impresa televisiva e radiofonica al mondo della carta stampata che si vale di poche regole chiare e certe e non di leggi pasticciate che obbligano, legano, impediscono, vietano, intralciano, bloccano, costringono, tassano chi gestisce una televisione o una radio locale.

Tanto vi dovevo, cari saluti, Mario Albanesi

 


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