LA
LEGGENDA DEL DECODER
Nonostante
l'Autorità di Napoli si occupi di telefonia e Pay tv, ossia dei settori più
ricchi delle comunicazioni, le compagnie della televisione a pagamento continuano ad agire indisturbate in funzione dei propri interessi.
Il
primo luglio del 2000 i gestori della Pay Tv italiana (D+ e Stream) avrebbero
dovuto trasmettere i propri programmi con lo stesso sistema di codifica (o con
altra soluzione tecnica) per consentire agli utenti di una delle due piattaforme
di accedere, tramite un unico ricevitore satellitare, all'offerta della
piattaforma concorrente.
Attualmente,
infatti, le due pay tv trasmettono i loro programmi con sistemi di codifica
differenti e ciò non permette la fruizione di detti programmi tramite lo stesso
ricevitore.
Il
legislatore, in questo caso, ha preso una giusta decisione nell'imporre alle due
aziende lo stesso standard per poter tutelare gli utenti.
Purtroppo
quando in gioco ci sono interessi miliardari i diritti dei consumatori vengono
sistematicamente violati. Nulla è stato fatto da luglio 2000 ad oggi per
rendere compatibili i due sistemi.
Anzi,
Stream e D+ hanno fatto finta di mettersi d'accordo per ottenere uno slittamento
dei termini di attuazione della disposizione legislativa.
Il
risultato è che a tutt'oggi per ricevere integralmente entrambe le offerte in
pay tv è necessario dotarsi di due distinti ricevitori digitali, il che rende
estremamente difficoltoso l'uso alternato dei due apparati, soprattutto se ad
usufruirne sono persone che non hanno minime conoscenze tecniche, perché i
ricevitori dovrebbero essere contemporaneamente e costantemente collegati alla
parabola onde poter ricevere i segnali di decodifica delle "smart" (ma
non entriamo nello specifico), senza parlare dei costi sostenuti per l'acquisto
(o il nolo) di entrambi gli apparecchi, oltre a quello per abbonarsi ai vari
pacchetti di programmi offerti dalle due piattaforme.
Nel
frattempo, l'Autorità napoletana ha comminato delle multe ai due monopolisti
della tv a pagamento, ma probabilmente il tutto finirà "in
cavalleria" come si usa dire. E intanto siamo al punto di partenza e non si
sa (aprile 2001?) quando si potrà fare chiarezza nel settore.
Claudio
Patrizi
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