ISPETTORATI
E CORERAT
I
primi, come abbiamo già detto in altra parte del giornale, ci sono descritti da
numerose testimonianze come nemici persecutori delle "locali" al punto
che più volte, fedeli al principio che il Conna difende anche i singoli e non
solo l'intera categoria, siamo stati costretti a scrivere lettere ai loro
direttori contestando quelli che ci sono apparsi come abusi rispetto alla
tolleranza con cui vengono guardate le grandi aziende: basterebbe a questo
proposito ricordare Gr Parlamento della Rai che ovunque ha aumentato
indisturbata la potenza dei propri apparati.
Sui secondi vorremmo stendere un velo pietoso se il potere che hanno guadagnato
legge dopo legge non li rendesse attualmente pericolosi. Essi, da sempre,
funzionano come le Regioni di cui sono una emanazione partitica, cioè in modo
pessimo.
Completamente inutili per ven'anni, non appena gli è stato dato il potere di
controllare e di vagliare la posizione delle varie emittenti si sono scatenati
mostrando un tasso di animosità e di puntigliosità altissimo.
I loro convegni, in genere, sono un cattivo esempio di gestione e di
esibizionismo; basta pensare che in uno dei migliori organizzato dal Corerat di
Pescara a dicembre (pensate gli altri!), presente il rappresentante del Conna,
si è visto una sfilata di soggetti locali che il più delle volte non avevano
da dire che frasi di circostanza, nulla che già non si sapesse sullo specifico
radiotelevisivo. La riunione, cominciata poco dopo le 10 di mattina ha lasciato
spazio ai rappresentanti dell'emittenza solo dopo le 13 anche se nel caso specifico i politici in passerella una
scusante l'avevano nella vicinanza delle elezioni.
Proposta: mentre speriamo in un futuro migliore, per evitare che i responsabili
delle emittenti non si sentano strumentalizzati, perché non farli intervenire
per per primi, riservando ai politici la seconda parte delle assemblee che di
solito disertano andandosene non appena hanno parlato?
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