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DAB-T DIGITALE TERRESTRE RADIOFONICO MOBILE

I fatti ancora una volta confermano le nostre previsioni; lo scetticismo dei tecnici Rai espresso recentemente in merito ad una rapida affermazione del DAB riprende ciò che abbiamo scritto più volte su Nuove Antenne: tutta l'attenzione possibile deve essere riservata alle nuove tecnologie, ma con i tempi giusti, facendo tesoro degli errori (per fortuna degli altri) del passato: dieci-dodici anni fa, per esempio, già affermavano "esperti" inesperti, che di lì a poco le trasmissioni da satellite avrebbero soppiantato quelle terrestri, quindi era inutile disputarsi le frequenze in Fm con battaglie di "retroguardia" condotte dal Conna.
Le fughe in in avanti di coloro che di tutto fanno mercato invece, anche in questa occasione, non hanno mancato di trarre in inganno soggetti sprovveduti spillando loro quattrini per costruire impianti inutili i cui programmi irradiati non potevano essere sentiti per la mancanza pressoché assoluta di un parco ricevitori da parte dell'utenza.
Tuttavia, il Conna, presente in tutte le sedi adatte anche quando gli altri non c'erano, si è distinto per assiduità e serietà tecnica e intende guidare le emittenti locali verso il digitale a conquistarsi uno spazio di trasmissione che stante la notevole abbondanza di canali non potrà essere negato. 

A questo proposito, pubblichiamo il resoconto annuale del nostro
responsabile tecnico presso l'Autorità Giuliano Marsili.

Anche quest'anno, in seno alle attività svolte dall'Autority per le comunicazioni, il Comitato per lo Sviluppo dei Sistemi Digitali, di cui mi onoro di far parte in rappresentanza della nostra Associazione, ha svolto l'arduo compito di mettere insieme gli elementi per la redazione del "famoso" Libro bianco del radiofonico digitale terrestre, ormai di prossima pubblicazione.

Una serie di riunioni tenute a Napoli presso la sede e a Roma in via delle Muratte fra i rappresentanti delle maggiori realtà significative del settore (Associazioni delle Emittenti, Rai, Ministero delle Comunicazioni, Università La Sapienza, Fondazione Bordoni, Network Radiofonici, Anie) e naturalmente dell'Autorità, hanno prodotto un documento finale utile ad orientare organi di Governo e lo stesso Ministero delle Comunicazioni alla formulazione del nuovo Piano di assegnazione delle Frequenze per la radiodiffusione numerica terrestre.

I lavori si sono stati svolti da vari gruppi:

Gruppo A sulla qualità del servizio;

Gruppo B sulla pianificazione delle frequenze e dei siti e scenari possibili;

Gruppo C sugli apparati di ricezione e trasmissione e sulle architetture di rete

e dei vari sottogruppi mirati alla definizione di dettagli tecnici e di mercato.

L'attività del Gruppo C ha posto in evidenza come da parte dei costruttori di autoradio di maggiore diffusione esiste la disponibilità ad abbassare di molto i costi dei ricevitori fino a cifre ragionevoli per l'utente consumatore.

Individuata la fase di avvio del sistema per esempio, un apparato dal costo attuale di un milione e mezzo di lire, in presenza di un maggiore assorbimento da parte del mercato, potrebbe scendere a circa 300.000 lire.

I pareri raccolti dalle associazioni di emittenti - in particolare la nostra - sono stati indicatori di una disponibilità per un piano di start-up purché, nella pratica, emerga da parte degli organi di Governo la reale intenzione di creare le migliori condizioni sia a livello regolamentare che finanziario perché altrimenti è praticamente impossibile comporre un Business-Plan, cioè un modello finanziario che contempli rientri significativi inferiori ai sei anni di attività e promozione.

Per quanto riguarda i fabbricanti di apparati di alta e bassa frequenza, occorre porre in evidenza il fatto che in Italia alcuni costruttori di primo piano possiedono già la tecnologia per la trasmissione e la distribuzione dei segnali DAB-T anzi, esiste una produzione ed una distribuzione di tutti i componenti di sistema sul mercato estero ed in particolare in alcuni paesi europei dove già esiste la trasmissione DAB. In Italia, è bene ricordare che la Rai ha già effettuato la sperimentazione di alcuni impianti in città importanti come Torino, Palermo, Pescara, ecc..; il Club Dab Italia è in attività con alcuni impianti nella zona Torino-Milano; il Club Eurodab ha iniziato la sperimentazione nel Lazio, ma il problema che determina comunque il rallentamento della fase di avvio del sistema è insito nella stessa natura del sistema: la risorsa dello spettro.

Le Bande utilizzabili sono:

Banda I:47-68Mhz;

Banda L:1452-1467,5 Mhz.

con modalità che possono variare per la qualità, da modo I a modo IV.

Le reti possono essere composte in modalità SFN (single frequency network) o MFN (multi frequency network).

In Italia esiste solo una esigua possibilità di utilizzo dello spettro. In Banda I operano la Rai e alcuni ponti radio privati, in Banda FM operano le emittenti (in alcuni paesi tale banda è libera), in Banda III operano la Rai e alcune TV private.

Gli unici spazi disponibili sono nell'intercanale TV (es. blocco 6A tra il canale D VHF e il canale E VHF, non attivabile per le possibili interferenze al canale E per 200Khz, ciò vale per i blocchi 7B e 8C.

L'unico blocco libero, in quanto a spazio, è il 9D, tra il canale G e il canale H, non sufficiente per tutti. Occorre tener conto, al fine di esaminare tali induzioni, che il segnale DAB occupa 1,536 Mhz e 2,048 Mbit/sec di velocità per 6 SLOT di programmi in modo I che consente di ottenere un audio di qualità D se non superiore.

In Banda L, ammesso che esistano degli spazi disponibili, a parte i ponti radio e video, i radars, ecc.

la copertura delle aree è molto più ridotta rispetto al VHF perché occorrono più impianti con inevitavìbile lievitazione dei costi. Insomma, il sistema in banda M è simile a quelli dei cellulari GSM, impensabile da realizzare da parte delle emittenti private - anche se grandi - per i costi elevati che comporta la copertura di aree più estese.

Il gruppo B e i vari sottogruppi si è occupato finalmente di un problema cruciale: la ricerca dei siti di trasmissione. L'elaborazione di uno schema di piano di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora in tecnica numerica pertanto si è svolta attraverso le seguenti fasi:

1) definizione dell'insieme dei siti candidati;

2) definizione delle reti ottimali di riferimento:

3) descrizione di una serie di "scenari" possibili.

Il lavoro svolto dal Comitato nel suo complesso si è rivelato di vitale importanza; finalmente è stato elaborato un insieme dei siti, circa 4000, estrapolati da un totale nazionale di circa 16.000.

Il metodo seguito è stato basato sull'eliminazione dei siti uguali, quelli errati, e comunque quelli considerati nei dieci secondi d'arco, ossia, sono stati riuniti i siti a distanza di poche decine di metri nella stessa postazione. Si è tenuto conto altresì dei siti esistenti del piano Televisivo, e anche di nuovi non esistenti, ossia luoghi con buone caratteristiche trasmissive che attualmente non ospitano impianti.

Si è arrivati così alla prima formulazione di una rete teorica pianificata a livello nazionale, una rete di riferimento, sulla quale poi, si è costruito tutto il piano.

L'attività del Comitato è proseguita poi nell'analisi delle tipologie di rete (SFN, MFN, K-SFN), Tipologie del Servizio (Reti Nazionali, Regionali e Locali), Tipologia della ricezione (fissa, portatile "indoor", mobile) con probabilità di copertura e la composizione dei campi.

Si è addivenuti così alla creazione di un modello di previsione del campo elettromagnetico con l'introduzione di un algoritmo e il suo relativo flusso, giungendo poi alla considerazione delle coperture anche su bacini naturali.

Il risultato di tali analisi ha individuato tre ottime reti:

a) Rete VHF SFN Nazionale;

b) Rete VHF 2 SFN Nazionale;

c) Rete Banda L 3 SFN.

Naturalmente tali reti sono scalabili a livello regionale e locale e ognuna è composta da un numero finito di siti candidati.

La rete VHF che garantisce la copertura del 96,8% della popolazione, dell'85,5% del territorio, del 95,0% delle Autostrade, dell'89,6% delle strade è composta di 589 siti.

La stessa rete composta di 614 siti diventa 2 SFN e copre 98,3% della popolazione, l88,3% del territorio, il 96,0% delle autostrade, il 91,5% delle strade.

La Rete in Banda L che garantisce la copertura del 94,4% della popolazione, del 77,6% del territorio, del 01,0% delle autostrade, dell'84,4% delle strade è composta di 1092 siti.

A livello locale la decomponibilità comporta naturalmente un aumento del numero dei siti per l'ottenimento degli stessi risultati. Comunque, il risultato più eclatante è venuto dalla considerazione che sono sufficienti appena 59 siti per ottenere la copertura del quasi 80% della popolazione e del 53% del territorio: dato interessante soprattutto per le reti regionali o provinciali da sempre appannaggio delle emittenti locali.

A questo punto sorge spontanea una considerazione; il sistema DAB-T si presta per la sua molteplicità e la sua modularità più ad una diffusione ad opera delle emittenti locali che di quelle nazionali.

La partita del DAB-T potrebbe quindi essere giocata dalle radio private con successo, ovvero di potrebbe colmare il divario che esiste tra le radio locali e quelle di grandi dimensioni, purché da parte degli imprenditori ci sia la volontà di ottenere questo risultato: una emittente locale che mantiene attivi una media di dieci trasmettitori, se ne aggiungesse uno in più, in compartecipazione con altri, (minimo cinque partners), pensiamo che non andrebbe incontro a problemi economici insormontabili.

Comunque, lo spirito consortile è essenziale nella fase di avvio per rendere vincenti le varie operazioni, e sarebbe molto vantaggioso instaurare una collaborazione con emittenti nazionali come l'azianda Rai, che potrebbe operare in fase sperimentale con le private locali. La pubblicazione del Libro Bianco pertanto è fondamentale al fine di procedere in tempi accettabili.

Come membro del Comitato per lo Sviluppo dei Sistemi Digitali, ringrazio i miei colleghi per i contributi di studio presentati e i componenti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che hanno profuso esperienza energie e  dedizione per l'ottenimento del miglior risultato.

 

Giuliano Marsili


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