LETTERA
APERTA A MAURO ROFFI (direttore di Millecanali)
Caro
Mauro, è stata una gradevole sorpresa leggere il tuo articolo nel numero
di dicembre di Millecanali. Da tempo aspettavo dall'intero mondo che segue
l'emittenza locale, politici, tecnici, uomini di cultura, "addetti ai
lavori" in genere, un atteggiamento differente da quello che ha
condotto per tanti anni al massacro delle radio e delle televisioni
locali.
E' molto indicativo che da parte tua, inevitabilmente circondato da
affaristi, venditori e mercanti dei cui interessi devi tenere
necessariamente conto in rapporto al tipo giornale che dirigi, giunga
finalmente una parola diversa da quella che è stata motivo di tante dure
polemiche (anche strettamente private) fra di noi. Considerazioni che le
radio rimaste devono essere protette, oppure frasi come quella che si
richiama all'impoverimento del panorama radiofonico che ha prodotto un
appiattimento e una uniformità spettrale dovuto allo strapotere delle
reti non possono che far piacere.
Noto però un eccessivo pessimismo nelle rimanenti cose che scrivi; si
direbbe che lo scopo principale della tua presa di posizione sia quello di
rendere l'onore delle armi alle radio locali, un po' come a El Alamein gli
inglesi fecero con grande enfasi e rispetto nei confronti degli italiani
dopo che fino all'ultimo momento avevano cercato di ammazzarne il più
possibile...
Tu, certo, non hai ammazzato nessuna radio, tuttavia il sostegno dato a
soggetti che della libera espressione, dell'attività specifica sul
territorio, di socialità, di miglioramento culturale non gliene importava
un fico secco di Cosenza, ha contribuito alla crisi anche dell'indotto
tecnico che non dovrebbe lasciare indifferente Millecanali e, appunto,
alla crescita abnorme delle reti nazionali e multiregionali, i cui
programmi in genere sono estranei al territorio in cui vengono diffusi.
Su di un fatto vorrei tranquillizzarti; non è ancora il caso di giubilare
l'emittenza locale perché non è finita l'epoca della radio e della
televisione locale; non lo dice solo il direttivo del Conna, ma come puoi
leggere nella lettera che il capogruppo di Alleanza Nazionale ha scritto
al ministro Gasparri dopo una importante delibera approvata all'unanimità
del Comune di Orvieto, sta prevalendo il buon senso e la considerazione
che certi compiti li può svolgere solo una emittente locale.
I nostri ricorsi alla magistratura partono da queste considerazioni e dopo
l'esigenza primaria di salvare e stabilizzare le radio ancora esistenti,
la nostra associazione darà luogo a tutta una serie di azioni
(giudiziarie) che affronteranno alla radice l'origine di fatti
misconosciuti di profonda ingiustizia che oltre alle "locali"
hanno danneggiato gli interessi generali dell'intero Paese.
Abbi quindi fiducia, non dare per scontata la fine delle emittenti locali;
esse risorgeranno, e quelle esistenti cresceranno, e riprenderà il
colloquio con gli ascoltatori della porta accanto, i dibattiti sulle
scelte dei comuni e delle province; ci sarà ancora spazio per la
fantasia, il divertimento e la sperimentalità perché la passione che
guida tanti operatori finirà per vincere.
Cari
saluti, Mario Albanesi |