I LIMITI DELLA GIUSTIZIA DIVINA
di Nino Marazzita
Il problema giuridico è piuttosto semplice.
Il Ministero delle Comunicazioni richiede a tredici emittenti private il
pagamento del canone relativo alla concessione per la radiodiffusione.
La richiesta, reiterata e insistente, è assolutamente arbitraria per il
semplice motivo che il Ministero non ha mai rilasciato concessioni che non
poteva rilasciare perché non c'è mai stata l'approvazione di un piano di
assegnazione delle frequenze. Quindi il Ministero si è limitato a concedere
una semplice, provvisoria, autorizzazione a trasmettere in una situazione di
totale precarietà senza regole senza certezze. Si usa dire che lo Stato è
sovrano e il cittadino suddito!
In questo caso lo Stato diventa truffatore e il cittadino truffato.
Ma per fortuna siamo in democrazia e le emittenti private hanno un
importante strumento di difesa! Quale? Il Tribunale Amministrativo Regionale
istituito proprio per proteggere il cittadino dall'invadenza dello Stato:
infatti le emittenti si rivolgono al Santo Protettore Tribunale
Amministrativo e dormono sonni tranquilli perché sono sicure di ottenere
subito il ripristino delle loro ragioni. Ma cosa ottengono? Una prima
delibera con la quale i Giudici dimostrano di non aver capito la differenza
concettuale tra concessione e autorizzazione e poi una seconda sentenza con
la quale il ricorso viene dichiarato inammissibile perché non proponibile
davanti al Tar.
Sembra una favola e comunque delle favole ha una sua morale: la vera
giustizia resta sempre quella divina a patto però che non intervengano il
Ministero delle Comunicazioni e il Tar che insieme al Consiglio di Stato
pare abbiano forti entrature anche in quella sede.
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