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CONCESSIONI INESISTENTI

Che le concessioni rilasciate nel 1994 fossero prive di valore per la totale assenza di piani regolatori delle frequenze la cui realizzazione preventiva era imposta dall'articolo 3 della 223/90 detta legge Mammì, lo avevamo scritto su Nuove Antenne sotto il titolo "la burla delle concessioni".
A maggior ragione oggi a "concessioni" scadute nel 1997 dopo i tre anni di "validità", sono DUE VOLTE inesistenti: la concessione infatti (sia pure senza valore), essendo un atto amministrativo, poteva essere rinnovata SOLO dall'amministrazione e non per legge, fatto che se si fosse verificato sarebbe stato comunque impugnato legalmente dal Conna.
Le conseguenze non sono di poco conto, vanno dalla denuncia dello Stato per truffa con richiesta di indennizzi cui potranno essere fatti ricadere su ministri e sottosegretari, ad un alleggerimento di oneri per le imprese radiotelevisive perché tutte le leggi fanno riferimento ai fini del rispetto dei diritti e dei doveri a SOGGETTI CONCESSIONARI.
E' per questo motivo, e per presentarsi all'elettorato con il volto di chi ha fatto il "proprio dovere" che scaltri politici intendono rilasciare in tutta fretta - entro fine gennaio - altre concessioni televisive prive anch'esse di valore, basate su di un piano analogico inapplicabile, vecchio di 26 anni, costato una volata di miliardi di lire (si legga a questo proposito a pagina 3 "Un piano per le radio").
Non sperino costoro di farla franca e di cavarsela a buon mercato con l'assegnazione di canali residenti in siti ancora in discussione da parte dei comuni, operanti, se tutto filasse liscio, non prima di quattro o cinque anni. Seminino pure altre concessioni presa-in-giro, raccoglieranno tempesta e ricorsi alla magistratura a valanga: i "furbi" politici saranno colpiti di ritorno dal boomerang che hanno lanciato.


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Nuove Antenne - Periodico del CONNA